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MISTICISMO
Esperienza immediata dell'unione con Dio nella
storia del cristianesimo occidentale, ha rappresentato una grande fonte
di rinnovamento spirituale, pur essendo considerato inessenziale per la
realizzazione della vita evangelica. Nella lotta contro il lassismo della
chiesa postcostantiniana, il monachesimo dei padri del deserto (eremiti)
affermò il valore della purificazione da conseguire attraverso
l'ascesi mistica. Con Agostino di Ippona (IV-V
secolo), che estese la possibilità dell'esperienza mistica a ogni
cristiano, e con Gregorio I Magno (VI secolo),
che lo subordinò decisamente alle esigenze della vita cristiana
attiva, il dualismo fra vita cristiana e mondo fu assorbito in una continua
tensione escatologica che restò caratteristica della chiesa latina.
Nel Medioevo (XI-VIII secolo) l'esperienza mistica, che si concentrò
sulla contemplazione delle sofferenze di Cristo, fu prerogativa di religiosi
e monache, che la descrissero analiticamente nelle sue fasi psicologiche
e ne accentuarono il carattere volontaristico (Bernardo di Chiaravalle,
Bonaventura da Bagnoregio, Ildegarda di Bingen, Gertrude la Grande). Nel
tardo Medioevo italiano, da Caterina da Siena (XIV secolo) a Savonarola
(XV secolo), invalse un uso profetico-riformatore delle visioni mistiche.
Nell'Europa del nord, una difficile, elitaria elaborazione dell'esperienza
mistica fu operata dalla corrente renana del XIV secolo (Eckhart, Taulero,
Suso) in un'epoca di decadenza ecclesiale, a cui la devotio moderna diede
una risposta di segno diverso, insistendo sul valore della pratica quotidiana
come luogo di unione con Dio. Separato dall'ascesi, il misticismo tardomedievale
fu visto nel XVI secolo con diffidenza dai riformatori protestanti in
quanto forma di religiosità non ancorata alla parola di Dio. Con
la Controriforma la mistica ritrovò nuova forza in campo cattolico,
diventando segno di perfezione spirituale: nel XVI secolo gli spagnoli
Teresa d'Avila, Giovanni della Croce, Ignazio di Loyola, nel XVII i francesi
Francesco di Sales, Pierre de Bérulle, Margherita Maria Alacoque,
rilanciarono la via del misticismo, agganciandolo a una serie di tecniche
e pratiche devote che ne garantissero la piena controllabilità,
in un momento in cui il quietismo mostrava i pericoli di un'eccessiva
esaltazione dell'abbandono dell'anima a Dio. Alla fine del XIX secolo
Teresa di Lisieux e Charles de Foucauld rinnovarono l'ascesi mistica adottando
la "piccola via", che assumeva la contemplazione di Dio in una condotta
di vita comune.
M. Pellegrini
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